Thursday, February 9, 2012

senzapistola


Sai di vivere negli Stati Uniti quando sulla home page della tua università c'e' un lungo e dettagliato video che ti spiega come devi comportarti nel caso che un pazzo arrivi sul campus e cominci a sparare all'impazzata. Giuro. Sulla home page, in cima alle notizie importanti. Si intitola "Spari sul campus" e a prima vista sembra il trailer di una nuova serie TV. Invece e' un "program," un addestramento mirato per studenti, nel caso che anche qui succeda quello che e' successo altrove, più volte. Il video fa così paura che adesso non voglio nemmeno uscire in giardino, nel caso il mio vicino, quel signore sovrappeso con il border collie, fosse un cecchino di cattivo umore. Perché gli insospettabili, ve lo dico subito, sono i più pericolosi. Non cadete nel tranello delle apparenze: a volte, il vostro istinto, quel "sapere senza sapere," può salvarvi la vita. Lo spiegano, senza mezzi termini, i due security experts che fanno da voci narranti al film.

I due cominciano facendo finta di volerti tranquillizzare. "Hai le stesse probabilità di imbatterti in un pistolero che di essere colpito da un fulmine," ti assicurano. "Non vogliamo farti diventare paranoico." Poi pero' proseguono, senza pietà: il segreto di chi si salva in queste situazioni e' la preparazione. Chi non fa attenzione e' il primo a morire. Per esempio: quando entrate in un'aula, di solito cercate subito le possibili vie di fuga? No? Male. E' fondamentale. Fatevi un piano mentale: se il pazzo arriva, dove scapperete? Oppure, dove vi nasconderete? Cosa farete? Sempre, in ogni momento, dovete avere il "survival mindset," l'atteggiamento di sopravvivenza, che significa porsi continuamente la domanda, "What if?" ("E se...?") Per una che si dimentica regolarmente la merenda impacchettata sul tavolo della cucina, capirete che l'idea di mettere a punto un piano di fuga in caso di attacco paramilitare durante la lezione di farmacologia può risultare leggermente ansiogena.

Ma non basta: per "massimizzare le vostre chance di sopravvivenza," dicono, sic, i due esperti, dovete anche avere un piano di contrattacco. Le parole chiave sono "get out, hide out, take out." Come dire: o scappi, o ti nascondi, o lo fai secco. Io? Mo' IO devo fare secco il pazzo assassino con un M-16 sottobraccio? E che faccio, gli tiro il quaderno in faccia? Lo sfregio con la biro?? Gli spacco l'iPad in testa???

Spiritosa. E' ESATTAMENTE QUELLO CHE DEVI FARE, dicono gli esperti. "Devi diventare aggressivo, più aggressivo di quanto tu non sia mai stato," avvertono, con voce alla Clint Eastwood. "Tiragli lo zainetto, tiragli un libro, attaccalo." A questo punto, il video mostra un gruppo di studenti che, come i ribelli della primavera araba, decidono di non vivere più nella paura. Improvvisamente escono da dietro i banchi e neutralizzano il pazzo lanciandogli quaderni, penne e oggetti vari e poi saltandogli addosso in gruppo. Spiega uno dei due narratori: "Ricordatevi: il modello adesso e' quello dell'attacco terroristico. Prima dell'11 settembre, si pensava che la cosa migliore in caso di dirottamento fosse restare calmi e aspettare l'atterraggio. Adesso le cose sono cambiate. I passeggeri del volo United lo capirono. Dovete agire come loro." Ma sono morti tutti! Zitta e ascolta. Ecco cosa si fa: "Spread out. Make a plan. Act as a team. Total commitment to your action." "Sparpagliatevi. Fate un piano. Agite in squadra. E non abbandonate l'azione a nessun costo."

Aho, io pensavo di prendere un master in psicologia, non di entrare nelle Navy Seals. Alla fine del video sono terrorizzata. Spengo il computer col cuore in gola, mi faccio il segno della croce, vado in cucina e dico a Gabriel: per San Valentino, amore, niente fiori, voglio un regalo utile. Un giubbotto antiproiettile.



1 comment:

  1. Una bella visione d'america oggi. Ci vuole non solo questo giubotto ma anche un paracadute.

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