Tuesday, February 14, 2012

senzasanremo


Quando qualcuno mi chiede che cosa mi manca dell'Italia, io mi vergogno un po' a rispondere ma la verità e' che una delle cose che mi mancano di più e' il Festival di Sanremo. Ecco, l'ho detto. Di solito lo tengo per me, non soltanto perché e' imbarazzante ammetterlo, ma anche perché le persone che compongono la mia vita qui a Los Angeles, che sono tutta la mia vita qui, non possono capire. Anzi, se devo essere completamente sincera, non devono capire.

Per me le canzoncine insulse con interpreti svociati che si susseguono di anno in anno sul palchetto dell'Ariston sono come gli Horcrux di Voldemort: tutti pezzetti della mia anima, nascosti qua e la', ai quali attingo quando i vari Harry Potter della mia vita americana tentano di annichilirmi. E' chiaro che se cerco di dire a mio marito Gabriel, il quale con il sopracciglio alzato ascolta soltanto Thelonious Monk e Miles Davis, che per me la Pausini e Zucchero sono come pezzetti di anima, mi porta dritta al manicomio.

Il fatto e' che dovrei spiegargli che quando sono in macchina sulle curve del Laurel Canyon, e alla radio mi sparo a palla "Gli altri siamo noi," la luce che mi acceca a ogni curva non e' più il sole californiano di un pomeriggio di fine febbraio, ma la luminosità di una fresca mattina di giugno, e io non sono più nella San Fernando Valley, ma alla guida della mia Pandina bianca sulla strada per Fregene, dove incontrerò la mia amica Marzia, che tra due giorni si sposa e vuole arrivare all'altare abbronzata.

E dovrei dirgli che se la sera ascolto Alex Britti mentre torno dall'università sulla Freeway 405, mi sembra di sfrecciare sulla Panoramica di Monte Mario verso casa di Roberta, la mia amica del cuore che ha deciso di insegnarmi a cucinare dopo il lavoro, "senno' non troverai mai marito."

Se mi sento triste, carico sul mio iPhone Raf che canta "Sei la più bella del mondo," e l'ascolto a occhi chiusi mentre prendo un frozen yogurt, così mi ritrovo a mangiare un Cornetto Algida in costume su una spiaggia della Sardegna. E con l'aiuto di quella strillona stonata di Anna Oxa, quando voglio vengo teletrasportata al 1997, in quella settimana di maggio subito dopo l'operazione laser per la miopia, e sono in sella al mio motorino in minigonna inguinale, senza casco ma con un paio di occhialoni da motociclista per proteggere gli occhi, e rido a crepapelle quando sento che un boro si sporge dalla macchina e mi urla, "Aho, te mancano le pinne!"

Inutile quindi tentare di spiegare che anche adesso, nel 2012, voglio sapere nel dettaglio che cosa ha detto quello scombinato di Celentano all'Ariston, che ne hanno scritto i giornali, che cosa ne pensano i miei amici in Italia, e soprattutto che vestito indossava Belen (anche se non mi e' chiaro chi sia, esattamente). E perché Dalla e' già stato eliminato? E Gianni Morandi quanti anni ha, a questo punto, diecimila?

Non ci provo nemmeno a parlarne in casa mia, e la verità e' che non voglio. Gli Horcrux di Sanremo appartengono alla Laura di quando Gabriel non c'era, la Laura che i miei figli, i professori americani, i miei pazienti, non conoscono e non conosceranno mai. E' una ragazza con la testa piena di dubbi, che si chiede se troverà l'uomo giusto e si sposerà, e intanto scrive, fa interviste con i potenti in Parlamento e sogna di diventare, un giorno, direttore del Corriere della Sera. E' giovane, e' carina ma non lo sa, porta minigonne troppo corte e si arrabbia quando la chiamano "signorina" perché lei e' laureata e vuole essere chiamata "dottoressa." Si innamora sempre dei ragazzi sbagliati, abita a Roma, racconta barzellette volgari, non ha mai fame e si fa la lampada e i colpi di sole. E' una ragazza con tanti difetti, e forse non somiglia troppo alla dignitosa signora bionda di mezza eta' un po' americana che sta scrivendo questo post. Ma e' li' dentro, sotto i vestiti castigati e i chiletti in più, e sa che senza di lei la moglie e mamma di oggi non esisterebbero nemmeno. Mi manca spesso, quella Laura, soprattutto qui a Los Angeles, perché, perché... be'...lo dico? Ecco: perché e' una ragazza italiana.

3 comments:

  1. e tutti vittime e carne-fi-ci
    tanto prima o poi-oooo-oooiiiiiii gli altri siamo noi!

    (mi senti sulla 10 FWY??)

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  2. Favolosa. Dobbiamo fare un coretto!

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  3. Molto commovente--e vero che le canzone (anche le piu stupide) abbiano il potere di far rivivere i sogni della nostra gioventu!

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