Sunday, February 5, 2012

senzaparole


Ieri sera, nel bagno delle donne di un locale notturno, mi sono trovata faccia a faccia con la versione hollywoodiana delle coatte der Calippo. Si tratta di un'agghiacciante categoria di giovani donne, generalmente carine, middle-class, quasi sempre bianche e quasi sempre superficiali, che parlano così male, ma così male, che al confronto la giornalista presa a schiaffi in Palombella Rossa pareva Alessandro Manzoni. Perlomeno quella si esprimeva con una serie di luoghi comuni e frasi fatte. Queste sembrano aver perso il contatto con la civiltà: si esprimono con una serie di parole sconnesse, praticamente suoni onomatopeici, tenuti insieme da un intercalare così eccessivo, così presente, così ripetitivo da essere diventato il vero protagonista del discorso. E' un modo di parlare surreale, una specie di versione Dada dell'inglese.

Sono la nuova versione delle Valley Girl degli anni Ottanta e delle cattive ragazze di "Beverly Hills 90210." Sono un misto tra la Katiuscia di Zelig ("Chi e' Tatiana? CHI E' TATIANAAA?? Tatiana e' l'amica mia cosi' grassa, ma cosi' grassa che fai prima a zompaje sopra che a giraje intorno!"), il paninaro di Drive In e il fricchettone di "Un sacco bello."

Al posto di "cioè," queste usano continuamente la parola "like," che potremmo tradurre con "tipo." Tipo: "Vorrei vedere un film." "Tipo, che film?" Solo che loro usano "like" ogni tre parole. Letteralmente. A proposito: letteralmente, cioè "literally," e' la seconda parola del loro limitatissimo lessico, e la usano, letteralmente, like, spesso a sproposito, e, like, letteralmente in continuazione, like, letteralmente come sto facendo, like, letteralmente, io adesso. Terza parola in classifica: "so", traducibile con "così", detta con grande enfasi e con voce in tono calante, "sooooooh". Quarta e ultima parola, perché poi il vocabolario si esaurisce, "totally", totalmente. Tutto e' totalmente, tipo, letteralmente, tipo, cosiiiii' fico! Fondamentale infine e' l'intonazione: ogni frase deve sembrare una domanda? Anche se non lo e'? Anzi, specialmente se non lo e'? Da ammazzarle, o no?

Cosi' ieri sera mi sono ritrovata in bagno con queste tre ragazzine, giovani, carine e antipaticissime. Senza guardarsi in faccia perché avevano tutte l'iPhone, chiacchieravano tra di loro di fatti recenti. Ho ascoltato in silenzio mentre aspettavo il mio turno, guardando per terra, battendo i piedi nervosamente, sudando, sentendomi prudere le mani come Moretti. Dieci minuti di parole e non sono arrivate mai al dunque. "Sei andata poi, like, a quel, like, ristorante?" ha detto una, ticchettando con le unghie finte sul touch-screen. "Yes," ha risposto la seconda, messaggiando con la sinistra mentre con la destra aggiungeva una mano di mascara a ciglia già ridotte a zampe di ragno stecchito, "it was, like...? literally, like, you know, like, sooooo nice?" Eh? Ma sta facendo una domanda? C'e' stata, o no, a sto cavolo di ristorante? La terza, ridacchiando come se qualcuno avesse fatto una battuta: "Yes, like, you know, I mean, literally, like, so cool?" Ripresa della seconda: "C'era, tipo, un vialetto, tipo, veramente grande, tipo, veramente veramente grande, con, tipo, brecciolino?" "Wow. Like, literally?" "Wow, so, like...?" "Yeah, like, sooooo cool."

Quando stavo quasi per esplodere, quando ho capito che mi stavo gonfiando come Lou Ferrigno e stavano per strapparmisi i vestiti e mi sarei trasformata in un mostruoso Nanni Moretti alto sei metri in cuffia blu da pallavolo e i denti da vampiro, e mi sono vista dopo la metamorfosi che ne afferravo una per la collottola per sbatterla contro il muro e urlarle in faccia: "Ma come parli? Ma come parli????? Le parole sono importanti!!", per fortuna e' squillato il mio, di cellulare.

Era mio marito. Gli ho detto, meno male che hai chiamato. Mi hai appena salvato dalla galera. Lui, silenzio. Poi: "Ma sei ubriaca?"

"Literally. So. Like. Totally." E ho chiuso.

9 comments:

  1. I sooo liked this article. Like, totally.

    ReplyDelete
  2. appena scoperto il tuo blog :)
    grazie mille per condividere in un blog questi spaccati di società americana, ora mi sento meno "pazza" e capisco perchè a delle bambine italo-americane a cui facevo fare i compiti qua in italia ho dovuto insegnare io che: "sì, ci si lava la faccia col sapone e che no, non si mette il deodorante se non ci si è lavate le ascelle e sì, dovete pettinarvi prima di andare a scuola e anche legarvi i capelli perchè i pidocchi non arrivano per magia sulla vostra testa..."
    grazie mille davvero :)

    ReplyDelete
  3. Ahahahahahhaliterallyahahahahaahlikeahahahahaha!!!!!! Cool. Fico.

    ReplyDelete
  4. Mamma mia! Non ho mai trovato un blog di un expat italiana in america. Nel mio mondo siamo tutte expat americane in italia. How, like, totally soooooo, like, cool! Non vedo l'ora di leggere altro!

    ReplyDelete
  5. E' un'ora che rido, con Marta e Stefano che mi guardano come fossi pazza! :-))))

    ReplyDelete