Thursday, March 1, 2012

senzabeckham


"La notizia di sport del giorno - apprendo dalla radio locale mentre vado al lavoro in macchina - e' che la squadra di calcio degli Stati Uniti ha battuto la squadra dell'Italia." A parlare e' uno degli Sklar Brothers, due gemelli che fanno i commentatori sportivi alla Gene Gnocchi, cioè più per ridere che per informare. "Incredibile! -- fa la conduttrice Madeleine Brand, ed e' in effetti quello che sto pensando anch'io -- e' un po' come se la squadra di football americano italiana avesse battuto gli Stati Uniti." "Esatto," fanno i gemelli. E fin qui, ci posso anche stare, pur scocciatissima perché già penso a quando dovrò ammettere con quel senzabidet americano di mio marito che i suoi hanno battuto i miei. Poi pero' i tre alla radio cominciano una conversazione surreale e quasi quasi telefono in studio per raddrizzarli.

Madeleine chiede lumi su questo improvviso miglioramento della squadra americana, e uno dei commentatori spiega che ormai molti giocatori USA giocano "in Europa," in particolare nel Regno Unito che, "com'e' noto, ha il miglior campionato del mondo." Ah, si'? Davero davero?, penso io, dimostrando a me stessa con notevole vergogna che in fondo sono come tutti gli altri italiani, con la giugulare patriottica rigonfia non appena qualche straniero tira in ballo la nazionale e il calcio. "Certo," risponde l'altro commentatore, e poi snocciola vari nomi di giocatori americani attivi in Gran Bretagna. Eh, bravi, penso ancora io, in romano perché quando mi irrito penso in romano, andate a gioca' in Inghilterra, perché in Italia, DOVE C'E' IL VERO CAMPIONATO MIGLIORE DEL MONDO, chi ve se pija?

Al che Madeleine fa: "Quindi anche Beckham ha giocato contro l'Italia?" Sangue al cervello. Ma uno di prima mattina deve sentire 'ste cose? BECKHAM? Ma se lo so pure io, che di calcio capisco quanto mio marito capisce di scarpe Louboutin, che Beckham e' inglese. Invece di sbranarla, uno degli Sklar risponde diplomatico: "Queste sono squadre nazionali, sai. Beckham vive a Los Angeles, ma e' cittadino britannico." E Madeleine, continuando a cadere dal pero: "Oh, so it's not allowed? Non e' permesso farlo giocare nella squadra americana?" Eh, che dici te? SE E' INGLESE!

Poi, non contenta di avermi gia' fatto salire la pressione a mille, la conduttrice non demorde e decide di continuare a torturarmi, mentre io devo oltretutto fare attenzione alla guida perché a Los Angeles se cambi corsia generalmente ti linciano. Si chiede dunque se in America il calcio avra' mai un seguito di massa, dato che molti bambini e ragazzi lo praticano ormai da diversi anni. Gli Sklar dicono di si', che in effetti il pubblico di affezionati in America cresce, ma attenzione, avvertono: "Non sara' mai come il football, lo sport americano per eccellenza. Il Superbowl resta il Superbowl."

Proprio mentre io sto pensando, ma si', bravi, tenetevelo pure, 'sto strazio pazzesco del Superbowl e le sue torme di giganti con le spalle finte che per ragioni inspiegabili si lanciano in una serie orrenda di ammucchiate e poi tirano la palla a casaccio, Madeleine mi da' il colpo di grazia: "Il calcio in effetti non e' molto televisivo. Non e' certo come il football."

Eh no, infatti il calcio in TV non lo guarda nessuno. E' risaputo. Ah, Dio mio, Dio mio. Dammi la pazienza.

1 comment:

  1. L’allenamento è finito… con il braccio piegato che regge il borsone ti fermi a guardare il campo illuminato dalla luce della strada…
    Terra e sassi, ecco su cosa giochi… Terra e sassi che ti hanno fatto uscire il sangue… che ti hanno fatto cadere… che ti hanno dato tanta gioia…
    Terra e sassi che hai dentro gli scarpini… che ti hanno sporcato… che sono la tua casa…
    Cosa ti spinge ogni anno a iniziare una nuova stagione…
    “C’hai ‘n’età… ancora che giochi?”…ti senti dire dalla gente…
    ”’A domenica me piace dormi’”…ti dicono i ‘palestrari’...
    ”Non stiamo mai insieme” ti dice la tua ragazza…
    ”Mejo er calcetto”…ti dicono gli amici…
    ”Pensa al lavoro”…ti dicono i tuoi genitori…
    Ci pensi e sorridi… Cosa ne sanno loro di cosa vuol dire il calcio per te… Che ne sanno della tensione che il sabato non ti fa dormire… delle partite che hai giocato da infortunato… di quello che provi quando sei il primo ad abbracciare chi ha segnato e subito dopo sei sommerso da tutta la squadra compresa la panchina… e ogni botta che senti è un giocatore che arriva e saltando si aggiunge al mucchio…
    Che ne sanno delle corse che ti sei fatto per non fare tardi agli allenamenti e arrivare al campo con la squadra già schierata in circolo che ascolta il Mister… che ne sanno di quel gol che hai salvato sulla linea tanti anni fa ma che senti come se lo avessi fatto ora… che ne sanno di quanta forza ti dà la pacca sulla schiena dal tuo compagno di squadra alla fine dei giri di campo che ti hanno stremato…
    Che ne sanno di come trattieni il fiato quando la domenica mattina il Mister annuncia la formazione… che ne sanno di quanto dolce è la carezza che, senza guardarti, chi gioca dall’inizio ti dà, uscendo dallo spogliatoio per andare a riscaldarsi, mentre sei rimasto seduto con una maglia numero 15 tra le mani e le lacrime agli occhi…
    Che ne sanno di cosa si prova a stare 1 a 0 a 5 minuti dalla fine… che ne sanno di come riesci a capirti coi tuoi compagni con uno sguardo che dura un secondo… che ne sanno di cosa ti passa per la mente quando fai lo stretching prima della partita… che ne sanno di quanta sicurezza ti dà la prima entrata in scivolata sulla palla…
    Che ne sanno della fatica che ti prende alla mezz’ora del primo tempo… o del dolore dopo un fallo… che ne sanno dello stomaco che ti si stringe quando segna quello che stai marcando… che ne sanno delle gomitate che hai preso… dei calci che hai dato… e delle strette di mano sincere all’avversario…
    Che ne sanno di come si barcolla dopo il decimo giro di campo… e ti reggi spalla contro spalla con gli altri… nessuno si ferma… si arriva alla fine tutti insieme… stanco che nemmeno riesci a sputare ma ce l’hai fatta….
    Che ne sanno di partite che avevi già vinto prima di iniziarle per quanto eri carico… che ne sanno di avversari pezzi di merda che ti sei andato a pizzicare nel girone di ritorno e che ancora ti si ricordano… che ne sanno degli abbracci dati mentre aspetti in fila di fare gli scatti… quell’abbraccio muto che vuol dire ‘ti voglio bene’…
    Che ne sanno delle sveglie che ha preso chi aveva tentato di colpire uno di noi… che ne sanno dei gol che da difensore hai festeggiato ‘per conto tuo’ abbracciato a centrocampo insieme al libero… mentre gli altri esultano per conto loro… che ne sanno di quanta gente hai fatto volare a bordo campo… e di quante stecche hai preso senza nemmeno capire da dove arrivassero…
    Che ne sanno delle tue scaramanzie… delle docce fredde che ti sei fatto… delle cene dopo gli allenamenti… dei campi che non riuscivi a trovare… degli arbitri che ti si ricordavano…
    Che ne sanno di quanto ami questo sport… di quanto sei legato a questa squadra e di quanto bene gli vuoi…
    Terra e sassi… un pallone… dieci persone al tuo fianco… undici di fronte a te… un fischio lungo e secco… la palla che per un attimo supera la linea del centrocampo e che ritorna velocemente indietro… le maglie che si mischiano…
    Questa è la tua vita… che ne sanno loro…

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