Tuesday, September 11, 2012

senzabebe'

In macchina con i miei figli. Destinazione Petco, ipermercato di prodotti per animali. Guido tranquilla, soprappensiero, ascoltando musica di vent'anni fa.

Sara, a bruciapelo: "Scusa, mamma, ma e' vero che per far nascere i bambini, il papa' e la mamma..." (segue agghiacciante descrizione anatomicamente corretta)

Sono presa alla sprovvista. Non so che cosa rispondere. Per guadagnare tempo, deglutisco. Aggiusto il volume della radio. Fingo di dover fare una difficile manovra per svoltare a sinistra. Intanto penso furiosamente. Mentire? Ricorrere alla cicogna? Cambiare discorso? Proporre di chiederlo alla maestra? Mi domando infine: che cavolo avrebbero fatto i miei genitori?

Quando avevo circa sei anni, ricevetti un libro molto carino, ben illustrato, dal titolo "Come nascono i bambini." Il piccolo volume narrava didatticamente il processo riproduttivo dei fiori, dei pesci, delle galline, dei cani e, alla fine, delle persone. I disegni erano molto belli e per questo motivo il libro mi piaceva parecchio. Del contenuto, sia chiaro, non capivo assolutamente nulla. Ciononostante, ogni pomeriggio costringevo la povera Zia Adalgisa a leggermelo. Lei, che era burbera e romana ma mi adorava e non sapeva dirmi di no, ogni volta protestava: "Ma te devo sempre legge ste zozzerie!? Ma nun ce l'hai 'nartro libbro? Certo che tu' madre, ma che te va a compra'... Boh. Saro' io, che so' vecchia... Ste zozzerie." Io non capivo perche' si scaldava tanto, aspettavo che finisse lo sfogo e poi mi accovacciavo contenta in poltrona accanto a lei per ascoltare affascinata, per la centesima volta, le gesta amatorie di galli, salmoni e fiori.

Lasciamo stare i metodi obliqui (e un po' vigliacchi, diciamocelo) dei miei. Qua c'e' stata la domanda diretta. Serve una decisione fulminea. Opto per una confessione piena.
"Si'," ammetto, coraggiosamente.
Risate isteriche e urla selvagge dal sedile posteriore.
"Aaaagh! Che schifoooo!!! HA HA HA!"
"Io i figli non li faro' mai!"
"Nemmeno io! In caso, li adotto!"
"HA HA HA!
"BLEAH!"
Rumori di finti conati, altre risatine, altri urli.

Poi pausa. Silenzio.
Sara: "Ma scusa mamma, quindi tu e Daddy..."
Per fortuna sono di spalle, cosi' quelle due serpi non possono vedermi diventare rosso pompeiano.
Di nuovo, la sciagurata rispose. "Ehm. Per far nascere voi." Bella scusa.
Riprendono gli strilli e le risa.
"Tu e Daddy?! Ma che schifooooo!"

Decido che c'e' un limite anche alla mia apertura mentale. "Saranno fatti miei, che dite? E poi, sentite, basta con le domande. Siamo arrivati. Prendete il secchiello della lettiera e andiamo a comprare i bocconcini per il gatto."

Infatti, come Dio ha voluto, siamo finalmente arrivati al parcheggio di Petco. Spengo la macchina, e per cambiare velocemente discorso, parlo ad alta voce di gelati, giochi elettronici e bambole con un entusiasmo quasi maniacale, mentre conduco velocemente i bambini all'interno del negozio. Penso: uff, pericolo e' passato. Tiro un sospiro di sollievo. Se ne riparla tra cinque anni.

Una volta arrivati al centro del supermercato, Ale, che non apriva bocca da qualche minuto, si scuote come da un lungo sonno e urla, fortissimo: "Ma allora, mamma, vuol dire che per farmi nascere, TU E DADDY..."

Il resto non l'ho sentito. Sono svenuta.


No comments:

Post a Comment