Saturday, June 16, 2012

conwoody (e penelope)

Piu' o meno una volta l'anno, Gabriel decide di ricordare a sua moglie che lui e' un giornalista noto, inserito e potente. Cosi', quando gli ho detto che mi sarebbe tanto piaciuto andare all'LA Film Festival a vedere "To Rome With Love," invece di comprare i biglietti per comuni mortali come fa di solito, si e' incredibilmente attivato giornalisticamente e mi ha stupito con effetti speciali: due inviti alla prima di LA Live piu' fichissimo after-party. Sapeva di fare colpo, perche' non solo il film e' ambientato nella mia citta', ma e' di Woody Allen, sul quale ho fatto la tesi di laurea vent'anni fa -- e che avrei volentieri sposato se non fosse che poi ho incontrato un ebreo newyorchese piu' carino e piu' alto.

Dunque arriviamo al cinema, ci accomodiamo, e, stupore e meraviglia, ci accorgiamo che c'e' -- rullo di tamburi --- Woody! In persona! A Los Angeles! La citta' che odia! Ah... Emozione. Comincio a sudare, a saltare sulla sedia, a indicare in maniera imbarazzante. Invece di intimarmi di darmi una calmata, Gabriel mi prende a gomitate. Chiaramente sperando in ricompense di un certo tipo, mi fa: "Capito? TUO MARITO, mica uno qualsiasi, ti porta a vedere la prima del film e' c'e' perfino il tuo idolo Woody Allen. Non ti dico altro."

"Va be', va be', bravo, sta zitto che voglio sentire cosa dice."

Woody presenta le attrici del film, tra cui due italiane mai sentite e una Penelope Cruz tutta scintillante, e Gabriel tira fuori il cellulare per fotografare la scena. Strano, non e' da lui. Mi sa che vuole immortalare il tutto per ricordarmi quanto gli devo al momento giusto, quel maiale.

Poi Woody se ne va e non torna piu'.

Il film e' carino, pero' si capisce che il mio idolo, bravo e' bravo, ma di Roma non sa molto. La usa un po' come quand'ero piccola in famiglia usavamo Nazareth per il presepe. Un bel fondale, bella luce, bel panorama, niente di piu'. Tutto sommato la storia fila, pero', a parte un paio di stereotipi carini sugli italiani, la citta' non c'entra un bel niente con i personaggi e la trama. Potrebbero trovarsi tutti a Madrid, ad Atene, a Istanbul, o qualunque altra citta' calda, passionale e mediterranea. Sarebbe piu' o meno lo stesso.

Mi diverto comunque, sia chiaro. Pero' ammetto che, da italiana, un paio di cose mi danno fastidio. Primo, i due attori che fanno gli sposini di Pordenone in viaggio nella brulicante metropoli sono chiaramente romani quanto me, dato che hanno un accento piu' marcato de mi' nonna. Poi, Roberto Benigni dice la maggior parte delle battute come se stesse leggendole sul gobbo -- tanto, il regista non ci capisce una mazza, quindi non puo' giudicare la recitazione, che infatti fa pieta'. Infine, Jesse Eisenberg fa la parte di uno studente di architettura a Roma, e l'idea che un americano possa sopravvivere per piu' di mezz'ora in una qualunque aula della Sapienza mi fa, onestamente, sbellicare dalle risate.

Pero' mi piace un sacco riconoscere gli attori italiani che si sono messi in fila per avere un cameo nel film, tipo Maria Rosaria Omaggio e Ornella Muti, che appaiono per pochi secondi ciascuna. E poi  Albanese e' mitico, Woody in versione attore e' al top e Scamarcio, strepitoso, ha la battuta piu' bella del film.

Va be', Gabriel, andiamo a casa, va'. Hai fatto un bel colpo. Stavolta non posso proprio dirti di no.

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